Lustrola è un centro antico di cui si ha notizia scritta dall’anno 1021 e che mantiene intatti il carattere e il fascino del borgo medievale: antiche case di pietra, separate da minuscoli viottoli lastricati e scalini di sasso oppure collegate solidalmente fra loro, raccolte attorno alla chiesa del paese.
Attraversata da una unica via (via Mezzola) è suddivisa in 8 piccoli rioni dove il tempo sembra essersi fermato: attorniata dai castagneti, lo sguardo corre su crinali e minuscoli abitati immersi nel verde delle montagne circostanti.
Un borgo di silenzi, rotti dalle campane e dai versi di mille animali, di aria frizzante, di acqua leggera e di cieli tersi.
A Lustrola convivono testimonianze storiche di rilievo: la stessa parlata, che mantiene influenze toscane più che bolognesi, ne conferma l’appartenenza a un territorio a lungo conteso tra i comuni di Bologna e Pistoia, in un’area montana attraversata da antiche vie di comunicazione fra la pianura padana e il centro Italia.
Per i pochi abitanti stabili, Lustrola è il luogo della vita quotidiana, un paradiso domestico nel quale ogni angolo richiama ricordi di persone e avvenimenti propri e dei propri avi. Per coloro che vi fanno ritorno appena possibile, ritrovando la casa di famiglia, è il luogo della memoria e delle radici.
Per chi vi trascorre le vacanze o i fine settimana, è il luogo dell’evasione dalla città, un rifugio privato.
Questo ben presto diventa davvero una nuova “casa”, non poi così “seconda” man mano che la si vive.
Chi “vive” Lustrola, che sia abitante, discendente o villeggiante, trova sempre qualcosa di speciale e di intimo da amare e da conservare nel cuore. E ognuno ha per questa piccola perla dell’Appennino, lo stesso amore.
Che è quello che troverete in queste pagine.